Long covid: la spirometria è uno degli strumenti più validi per valutare se si è guariti
Dopo l’infezione da coronavirus, lo studio della funzionalità respiratoria del paziente è fondamentale per diagnosticare gli eventuali danni intervenuti a carico dell’apparato respiratorio, valutarne la severità e individuare la terapia migliore.
Tra gli strumenti diagnostici a disposizione per giungere in breve a una corretta valutazione funzionale, la Spirometria rappresenta il metodo più semplice e immediato ed ha vari scopi.

Oltre a quelli, appunto, di carattere diagnostico (diagnosi delle malattie delle vie aeree e del parenchima polmonare come asma, BPCO, interstiziopatie e diagnosi di malattie professionali), ha anche finalità medico-legali, di monitoraggio (stima della risposta alla terapia farmacologica e dei processi riabilitativi, valutazione del decorso e della evoluzione della malattia, indicazioni di carattere prognostico), di screening (fumatori, soggetti esposti a inquinanti ambientali per motivi professionali, soggetti che svolgono attività sportiva), di carattere epidemiologico e di ricerca.
Spirometria semplice
La Spirometria è un test della funzione respiratoria che si esegue con l’ausilio di un apparecchio chiamato spirometro. Si tratta di un esame semplice e non invasivo. E’ utile per diagnosticare le patologie delle vie aeree e dei polmoni. Il risultato dell’esame determina il grado di funzionalità dell’apparato respiratorio. Per eseguire l’esame non è necessaria alcuna preparazione specifica. Se il paziente assume dei farmaci deve informarsi dal medico curante se è il caso di sospendere la terapia.
Spirometria con broncodilatatore
Il test si svolge in due parti. Nella prima si effettua una spirometria di base. Successivamente viene somministrato un farmaco broncodilatatore per via spray e ripetuta una nuova spirometria basale per mettere il risultato di quest’ultima a confronto con la prima.
Tra i parametri rilevabili, nelle sindromi restrittive è di fondamentale importanza valutare la Capacità Polmonare Totale (TLC), cioè il volume di aria complessivo contenuto nei polmoni dopo una inspirazione massima. La forma restrittiva è presente nell’eventuale insorgenza di una fibrosi polmonare conseguente a una polmonite interstiziale in soggetto con infezione da coronavirus e l’esame spirometrico consente di studiarne la gravità proprio attraverso la valutazione della TLC (Il valore è considerato normale quando è maggiore dell’80% del valore atteso).
Una volta che la diagnosi di pneumopatia restrittiva è stata posta, la spirometria ripetuta nel tempo può essere utile per valutare i cambiamenti dei parametri funzionali, che possono essere correlati alla progressione della malattia o a una buona risposta alla terapia.